Brescia. Romano di... Brescia. Un appellativo che piace a Giorgio Perinetti che sorride. La sua presentazione ufficiale tenutasi questa mattina l'ha ufficialmente introdotto nel mondo delle rondinelle. E il perchè abbia scelto di accettare la proposta di Massimo Cellino è presto detto: "E' stata la società più convinta nel volermi e ringrazio Cellino, con il quale c'era già una vecchia conoscenza, per la proposta. Per me è anche una scelta, oltre che professionale, sentimentale: mia madre è di Brescia, ho molti parenti in Valtrompia e qui mi legano molto ricordi adolescenziali. Ma i sentimenti sono una cosa, nel calcio servono i fatti.... Non mi preoccupa lavorare con un presidente come Cellino: ho avuto presidenti molto esigenti - Ferlaino, Viola, Preziosi - dove lavorare con loro era molto impegnativo. Chi sta al vertice ha giuste pretese e bisogna esserre in grado di soddisfarle. E questo è stato un po' il leitmotiv della mia vita. Impegno, professionalità, serietà. Non vengo a Brescia a fare il fenomeno nonostante la mia lunga esprienza: mi piacciono i confronti e sono qui per portare il mio contibuto di idee".
Che l'obiettivo 'ritorno immediato in A' sia quello principale, è da subito chiaro: "La serie A? Quello è l'obiettivo dichiarato. E come diceva Pesaola: "Se non ci rubano l'idea, proviamo noi...". Sappiamo che vincere la B non è facile, ma l'abbiamo vinta due anni fa, non cent'anni fa, quindi l'idea è di tenere il maggior numero possibile di giocatori che hanno fatto quella cavalcata. Ora c'è un momento di depressione per la retrocessione e quindi bisogna ricreare quel qualcosa di positivo per porre le basi per lottare al meglio con il giusto carattere, la giusta personalità e spessore. Per vincere un altro campionato di B".
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